Negli anni '90 i giovani tendevano ad utilizzare tra di loro espressioni gergali, come accade anche a noi oggi. Ci ha incuriosito scoprire i termini che utilizzavano prima e confrontarli con i nostri. Nel linguaggio giovanile di allora si incontravano termini come: beccarsi (incontrarsi), bordello (confusione, chiasso), giusto (una persona a posto), cuccare (conquistare una ragazza), preppy (ragazza benestante), sfitinzia (ragazza carina), tarro (tamarro), matusa (adulto noioso).
- CRINGE: termine utilizzato per indicare qualcosa che è estremamente imbarazzante;
- SHIPPARE: fondere nomi o cognomi di due persone che si desidera stiano insieme;
- SPOILER: assolutamente vietato anticipare la prosecuzione della trama o la fine di prodotti cinematografici, romanzi o serie tv;
- STALKERARE/STALKERIZZARE: curiosare sui profili social di una persona, spulciando post, foto, stories, orari di accesso e like, per conoscere tutto di lei/lui;
- OK BOOMER!: è la risposta che i giovani danno agli adulti quando vengono rimproverati;
- ESKERE: suggestione della frase let’s get it cioè “facciamolo, prendiamolo“;
- TRIGGERARE: dall’inglese to trigger cioè “innescare” per indicare qualcosa che fa arrabbiare, che “colpisce” o attira l’attenzione per le sue caratteristiche negative.
Il linguaggio usato da Brizzi è un linguaggio giovanile e moderno definito "slang", perché contenente perlopiù parolacce e gergo giovanile come: stonato (stordito), para (paranoia), la profia (professoressa), scago (ragazza poco carina), pattonate (serie americane trasmesse nella televisione considerate da Alex retoriche e noiose).
Dunque, il gergo caratterizza ogni generazione di giovani con un comune scopo: comunicare tra gli adolescenti escludendo gli adulti per condividere attraverso il linguaggio sensazioni e situazioni simili e sentirsi, così, parte di un gruppo, per poi, come Alex, scegliere di uscirne.
Angelica e Assunta